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Digital Addiction

È una droga che non ci siamo scelti consapevolmente ma di cui siamo totalmente schiavi.
E non mi riferisco allo smanettamento continuo dei dispositivi digitali, ma alla costrizione che ci impongono le aziende produttrici con il continuo, martellante, implacabile e ormai totalmente inutile aggiornamento di Sistema.

Mi chiedo imprecando, perché?
Lo so, le aziende non possono strutturarsi, inventare oggetti, funzioni e interfacce e poi chiudere perché non c’è più niente di nuovo.

Per autoalimentarsi e semmai crescere c’è bisogno di novità incessanti anche se le novità spesso non sono altro che permutazioni obsolete di funzioni esistenti. Mezzo mondo progetta e innova funzioni e interfacce digitali, ovvio che l’utilità dell’operazione non esiste più da anni per l’utente.

-Voglio scaricare un pezzo su iTunes, metterlo nella playlist, sapere quanto dura, cancellarlo se non mi piace.
Lo voglio fare col Computer, con l’iPad, con l’iPhone. Ma le regole cambiano da un dispositivo a un altro e a parità di funzione i pulsanti che stavano in alto a destra ora sono in basso a sinistra, nel computer, negli altri dispositivi ci sono altre regole che a loro volta cambiano anche’esse nel giro di pochi mesi.
Un esempio su tutti: la funzione shuffle che ti consente di avere in sequenza le canzoni o in modo casuale, un vero bagno di sangue che si rinnova ad ogni upgrade.

-L’ultimo aggiornamento per iPhone grida vendetta!
Nulla di nuovo ma tutto rivoluzionato secondo le leggi delle permutazioni logistiche.
Non mi addentro su funzioni che prima erano tali e ora non ci sono più, non mi addentro sulla grafica, sull’Helvetica che ci ha imposto l’erede di Jobs, sulla gigantesca scritta Messaggi nella sezione Messaggi, inutile, tautologica graficamente orrenda. Non lo faccio perché altrimenti la Mela anziché mozzicarla me la devo mangiare.

Devo mantenere costante la soglia dell’attenzione sul mezzo per farlo funzionare, oltre al tempo che gli dedico normalmente, è richiesta la devozione totale:
utilizzo + manutenzione = tutto il mio tempo.

I nanosecondi che restano sono dedicati a pararsi dalle continue offerte criminali delle Aziende di Telecomunicazione.

L’umanità ha sempre avuto bisogno di droghe e palliativi per prendersi una pausa mentale temporanea, ma questa necessità diventa un pericolo mortale se oltre a non assolvere a questo aspetto l’ADDICT è imposto e controllato di default. E soprattutto non è più una pausa mentale!

Perché devo passare parte della mia vita a interpretare decine di upgrade di software che non aggiungono funzionalità, a incazzarmi e spesso a perdere quelle nozioni basiche con cui facevo funzionare un iPhone ad occhi chiusi?

Esiste una soluzione? possiamo semplificarci la vita?
la mia proposta:
paghiamo piccoli abbonamenti mensili alle compagnie tecnologiche che in cambio rinunciano ai continui upgrade di Sistema.

Non rubarmi il Tempo, rubami i Soldi che sono più contento!

Chi è l'autore

Francesco Subioli

Laureato presso l’Istituto Statale per le Industrie Artistiche (ISIA) di Roma.
Art director e project manager nel campo della progettazione: Industrial, Graphic, Exhibition Design. Alterna l’attività professionale con docenze e formazione in Università e scuole private (Università di Venezia-Iuav, Università La Sapienza-Ludi, Ied, Istituto Quasar). È coordinatore e insegnante del primo Master in Food Design in Europa presso lo Ied di Roma. Svolge da venticinque anni attività professionale prima con Studiorandom e poi con Kromosoma, continuando a collaborare con Marco Pietrosante per l’Industrial Design e con Frida Ferraro per Graphic Design. È membro dell’Adi nell’ambito della quale ha ricoperto alcuni incarichi istituzionali tra cui Presidente della Delegazione Umbria.

Gaver

Ha studiato Designer sperimentale presso Accademia di belle arti di Roma
Precedentemente: 6°liceo artistico di roma. I miei lavori sono sperimentazioni acrobatiche indispensabili alla sopravvivenza creativa di un'entità eclettica. "Perchè di disegnare non si finisce mai"

di Francesco Subioli, Gaver
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