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Progettare la fiducia come soluzione di crescita?

La fiducia è la base di tutto e rappresenta la limpidezza di una persona e di un’azione, è un valore che appartiene a ogni persona, che coltivato con cura, si trasforma e si evolve nel tempo.
Non è un attributo genetico.
Quindi coltivare la fiducia è un progetto… un work in progress.
In ogni istante della nostra vita siamo sottoposti a continui giudizi: se attendibili o meno difficile dirlo – dipendono dal punto di vista dell’osservatore, e quindi la fiducia implica coraggio e responsabilità.

La fiducia prevede umiltà e apertura mentale, rende avventurosi e analitici, offre nuovi punti di vista e spunti di crescita (personale oltre che professionale).

La fiducia è la base per la realizzazione/progettazione di ogni forma di percorso costruttivo, di rapporto personale e lavorativo, di rapporto con noi stessi e con la società e potrebbe avere un ruolo fondamentale più del bagaglio professionale e del know-how.
Si, proprio la fiducia è il motore di ricerca delle soluzioni di crescita, e di vita.

La fine del mondo è quando si cessa di aver fiducia.
Madeleine Ouellette-Michalska, Il gioco delle stagioni, 1970

Il vero problema, troppo spesso travisato, è che non esiste né un unico concetto di fiducia, né un’univoca dimensione del valore. La fiducia è fondata su una componente razionale, basata su informazioni costruite sull’esperienza e su di un elemento irrazionale, un cosiddetto “salto di fede” effettuato per puro istinto, senza alcuna logica: è la parte emotiva e intuitiva che spesso guida le nostre azioni.

La fiducia deve essere vista come un investimento relazionale che genera efficienza nel rapporto, rendendo impliciti determinati elementi di giudizio, informazioni su competenze, conoscenze che non necessitano di riconferme.

Creare fiducia resta l’ideale più difficile da raggiungere e proprio per questo può costituire un grande vantaggio competitivo per far crescere rapporti personali e strutture aziendali.
Si può promuovere la cultura della fiducia coinvolgendo tutti coloro che appartengono alla società, producendo, a costo praticamente zero, opportunità di crescita, di profitto, di produttività e di soddisfazione sul lavoro.

Di contro, orientare la propria struttura aziendale solo su modelli di efficacia ed efficienza, e non sulla relazione di fiducia, esalta costantemente la cultura della paura, delle risposte reattive, orientate ad affrontare gli ostacoli immediati e influenzate da un atteggiamento mentale “noi contro loro”, con tutte le implicazioni negative in termini finanziari, personali e produttivi.

Chi è l'autore

Sanda Sudor

Non appartengo alla categoria di quelli che spettacolarizzano e che usano la parola “arte” ad ogni respiro, talmente strumentalizzata fino ad essere usata come giustificazione dell'esistenza del brutto. Desidero aiutare l'arte di progredire perché la creatività è la più intensa forma di consapevolezza che il mondo abbia mai conosciuto. Oggi il mio obiettivo principale non è di scoprire che cosa sono, ma piuttosto immaginare ciò che potrei diventare. La costante della mia vita? Il Dubbio, perché è l'unica certezza che la realtá è in continua trasformazione quindi anche Noi che ne facciamo parte integrante.

Gaver

Ha studiato Designer sperimentale presso Accademia di belle arti di Roma
Precedentemente: 6°liceo artistico di roma. I miei lavori sono sperimentazioni acrobatiche indispensabili alla sopravvivenza creativa di un'entità eclettica. "Perchè di disegnare non si finisce mai"

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di Sanda Sudor, Gaver
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